Accadde a Gaza – di Soyuz, da Contest

dalla rivista Contest la descrizione affascinante di un luogo al centro della storia: crocevia di genti, sempre protagonista; luogo – ieri come oggi – di drammatici e anche tragici eventi.

 

Gaza è un porto, non molto profondo, magazzini, strade con palme, recinti per cammelli e asini da monta (a seconda di dove devi andare), dune dorate attorno, ma anche, incredibile, ricche fonti di acqua dolce.
Gaza significa la possente, l’intensa.Non è il posto più pacifico della terra. Mura intrise di storia e sangue versato da egizi, macedoni, filistei, assiri, nabatei, persiani, israeliti, romani, arabi, crociati, turchi, britannici e magari (tristezza) da popolazioni e storie di cui si è persa la memoria.
Gaza, il crocevia delle carovane, di quelle carovane che magari impiegavano un anno di marcia a arrivare a destinazione. La via maris, dall’Egitto dei faraoni alla Siria. E poi la strada che da nord andava verso la fenicia, lungo la strada costiera su cui poi sarebbe sorta Ascalona, Ashod, oggi.

Non era solo strada di mercanti quella: nei secoli su quei ciottoli avrebbero marciato milioni di passi, di quelli che fai con a fianco molte persone, insieme per qualcosa, eserciti, milizie, bande di briganti (magari nei cespugli questi), tagliole,  tagliaborse.
Un’altra diramazione faceva giungere a Negev, beer Sheeba, Israele oggi, da là un bivio conduceva a Hebron e poi a Gerusalemme da una parte, altrimenti era possibile prendere la via dell’incenso, che qualcuno chiamava anche via dei profumi che arrivava fino a Petra, mitica città scavata nella roccia rossa, oggi in Giordania.
Le narici ora sarebbero storte dallo zolfo e dalla polvere da sparo e dalle deflagrazioni. Chi non era Nabateo e non sapeva scovare i pozzi segreti non poteva percorrere quella pista: poteva capitare di fare troppi giorni senz’acqua, cosa che avrà dei risvolti storici (che incontreremo) e a ripensarli oggi.

E poi si arrivava a Gaza attraverso il deserto ribollente, col cuore in gola, come in una conca circondata da alte dune, che appare
all’improvviso, il mare intenso blu-verde che diffonde refrigerio già dagli occhi.
Erodono parla di Gaza come una città di bellezza incantevole accomunabile solo a un’altra città di cui aveva un’altissima opinione: Sardis in Asia Minore.
Scrittori israeliti, prevenuti verso i filistei per un conflitto diventato endemico trascinatosi molti secoli, non avrebbero mancato di sottolineare un certo olezzo che imperversava nelle via di Gaza, ma forse questo odore non aveva intriso le raffinate narici di Erodono.
Il faraone Tuthomsi III nel 1470 a.C. sentì il bisogno di guidare le sue truppe attraverso il Sinai e conquistare quel caposaldo. Ma non fu il solo grande della storia che portò il suo esercito fino alle mura e le penetrò.

di Soyuz dalla rivista CONTEST

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