Come mister Gates potrebbe avere vinto

La sensazione di un orizzonte sempre più ristretto tende ad accentuarsi ogni giorno di più aprendo le pagine on line dei quotidiani italiani;  la sensazione è quella che, anziché scoprire cose all’orizzonte  in realtà una specie di cornice assai robusta isoli un piccolo mondo. In questo piccolo mondo domestico accadono cose e – di queste – il corniciaio sceglie di evidenziare quelle più facilmente spendibili ad un banchetto di mercato popolare.

Molti anni fa esultammo per la nascita di internet; ricordo ancora vivamente la sensazione di  entusiasmo e anche di gioia che  provai nello scoprire quelle prime possibilità di nuova comunicazione possibile;  in famiglia, fummo tra primi a collegarci –
Ricordo che pensai che si apriva una  nuova era – che una nuova  fratellanza planetaria sarebbe stata favorita da quella straordinaria forma di comunicazione che muoveva i primi passi; che eravamo dei pionieri noi; che eravamo delle avanguardie noi che ci affrettavamo a connetterci con questa entità provider. Si apriva una nuova era di democrazia possibile e a livello planetario  perchè tutti ora potevano conoscere tutto.

Ma poi questo “tutto” divenne troppo e troppo accessibile e in fin dei conti una piccola stanza dove trovarsi con gli amici  alla stessa maniera di “prima” – di quando non c’era tutta quella possibilità di girare il mondo guardando dentro uno schermo – era tranquillizzante.
Questa cosa non sfuggì a chi aveva cominciato a vedere nel mondo virtuale una grandiosa possibilità di manifestazione  di potere personale  : così – man mano che il tempo passava – ci venne confezionato un mondo virtuale accattivante in cui giocare e dove persino avere la illusione di scoprire la possibilità inedita di ricreare infiniti legami di amicizia e dove fare affari e dove espandere il nostro ego, mostrare le nostre abilità.
Intanto, chi faceva girare la giostra aveva a disposizione un universo di possibilità di business, alimentato dalla nostra presenza e dal nostro “gioco”.

Scarsa importanza, – al confronto della magia dell’incontro virtuale – assume la ricerca nel vasto mondo di internet: quella navigazione possibile nel vasto mondo della conoscenza sottrae tempo al “grande gioco” dei social.

Anche le notizie  cominciarono presto ad assumere quella caratteristica di intrattenimento non troppo pensoso, e sempre più “domestico”.

In fondo – me ne rendo conto – in quella cornice di cui dicevo, ci stiamo abbastanza comodi. Diventa più raro che andiamo a cercare la notizia colta, l’ultima scoperta della scienza, l’ultima eccellenza nella cultura, nel vasto modo  di internet che ci potrebbe spalancare le porte – attraverso un clic – di un mondo inesplorato ed affascinante o comunque di infinita varietà. Sì, perché di solito il primo clic della giornata e quello della serata lo dedichiamo ad aprire il mondo accattivante del  social network che preferiamo, e rimane scarso tempo in seguito per indagare ad esempio le ultime notizie come le propone la stampa internazionale, o per approfondire una tematica cui comunque siamo legati.

Indubbiamente, i detentori del mezzo di comunicazione  – visivo e non solo – hanno interpretato e poi favorito quel desiderio di “ritorno a casa” al “domestico”; bisogni che poi i social network hanno ulteriormente accentuato – E colui che – il giornalista e scrittore Claudio Fracassi – nel suo saggio “Sotto la notizia niente” – molto acutamente a chiamato “il guardiano del cancello” delle notizie – ovvero Mister Gates –  ha avuto una facilità notevole nel fornirci la pietanza che in fondo sotto sotto noi desideriamo di più …

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